Il marchio di Ginevra è leader non solo nel mercato degli orologi, ma Rolex è al primo posto anche nel difendere l’ambiente, attraverso la realizzazione di progetti ed iniziative in tutto il mondo.
La tutela del ambiente e degli esseri viventi è un tema di grande attualità e nel prossimo futuro acquisirà sempre più rilevanza.
L’impegno di Rolex in questo campo ha radici profonde. Infatti, il suo fondatore Hans Wilsdorf, era un convinto sostenitore delle potenzialità degli obiettivi perseguiti dagli esploratori. Se in passato le spedizioni erano mosse principalmente da un desiderio di scoperta, oggi le iniziative hanno come obiettivo la conoscenza degli habitat naturali per poterli proteggere al meglio. Rolex ha un ruolo attivo non solo nel finanziare le esplorazioni, ma i suoi orologi sono dei veri e propri compagni indispensabili per coloro che le intraprendono. Ricordiamo a proposito il Rolex Deepsea, che ha permesso agli scienziati impegnati in Antartide per il progetto Under the Pole di svolgere le immersioni in massima sicurezza a temperature estremamente rigide.
ROLEX E L’AMBIENTE: l’iniziativa Perpetual Planet
Dal 2019 l’impegno di Rolex verso l’ambiente è ancora più decisivo grazie all’ iniziativa Perpetual Planet, che al suo interno si muove lungo tre principali direttrici: il potenziamento della collaborazione con la National Geographic Society al fine di studiare l’impatto del cambiamento climatico; il sostegno dell’iniziativa Mission Blue di Sylvia Earle, che mira invece a proteggere gli oceani; e i Rolex Awards for Enterprise, che premiano chi, grazie ai propri progetti, fa progredire la conoscenza e difende l’ambiente per il benessere dell’umanità.
ROLEX E L’ AMBIENTE: la National Geographic Society
La prima iniziativa che ti presentiamo è anche quella che Rolex sostiene da più tempo. Si tratta della partnership con la National Geographic Society. Le origini della collaborazione risalgono al 1954 e nel 2017 questa si è ulteriormente rafforzata con il sostegno dedicato alla Perpetual Planet Expeditions, la principale iniziativa di Rolex per proteggere l’ambiente. L’obiettivo delle spedizioni è quello di raccogliere informazioni e dati indispensabili a comprendere come le attività umane influiscano sui diversi habitat, in particolare montagne, le foreste pluviali e gli oceani. Queste infatti costituiscono le principali aree di biodiversità e la loro tutela e fondamentale per proteggere le specie animali e vegetali maggiormente a rischio di estinzione.
A conferma del fatto che si tratta di un progetto con grandi ambizioni, nel 2019 è stata realizzata una spedizione presso il monte Everest, la montagna più alta del mondo. Il team della spedizione, guidata da National Geographic e dalla Tribhuvan University, mirava a comprendere meglio gli effetti del cambiamento climatico. Gli studiosi si sono concentrati soprattutto sui ghiacciai dell’Hindu Kush-Himalaya, i quali forniscono risorse idriche fondamentali a un miliardo di persone. Non bisogna dimenticare infatti che in alcune zone del pianeta, ancora fortemente legate all’ambiente naturale, le popolazioni dipendono fortemente dalle condizioni di quest’ultimo.
ROLEX ALLA CONQUISTA DEL MONTE EVEREST
Rolex ha dimostrato il suo desiderio di esplorare l’ambiente in più occasioni, ma un’impresa in particolare è rimasta impressa nella storia.
Proprio con riferimento al monte della catena dell’Himalaya, Rolex era effettivamente presente quando la sua vetta venne conquistata per la prima volta nell’anno 1953, dal neozelandese Edmund Percival Hillar. Egli, per monitorare le tempistiche con la precisione necessaria ad una situazione così estrema ed inusuale, si affidò al Rolex Oyster Perpetual. Quest’ orologio è la dimostrazione dell’attenzione che Rolex, sin dalle sue origini, ha dato a chi vuole conoscere l’ambiente per proteggerlo al meglio.
L’orologio indossato dall’esploratore non venne mai messo in commercio, ma fu di capitale importanza per Rolex al fine di sviluppare i futuri modelli della linea Explorer.
Per avere un’ idea di quello che poteva essere il modello indossato da Hillar, facciamo quindi riferimento all’ Oyster Perpetual Officially Certified Chronometer del 1953. Questo rappresenta sicuramente l’orologio più simile a quello indossato da Edmund Hillary durante l’ascesa verso la vetta dell’Everest.
Sarebbe comunque impossibile sperare in una completa somiglianza tra l’orologio di Hillary e quello messo in commercio.
IL ROLEX EXPLORER DI EDMUND HILLARY
Il modello appartenuto all’esploratore-alpinista neozelandese differisce per due dettagli sul quadrante: la parola “Officially” scritta in rosso e sopra “Certified” e l’indicazione al 6 “Swiss Made” e non solo “Swiss”.
Dall’orologio portato al polso da Hillary deriveranno molteplici referenze con quadrante nero, indice a freccia sovradimensionato alle ore 12 e numeri arabi alle ore 3, 6 e 9. Queste porteranno sempre il nome Explorer, a partire dalla referenza 6350 da 36 mm, fino alla 214270 da 39 mm, l’ultima a raccogliere il testimone di quel vecchio prototipo.
Grazie all’immagine possiamo ammirare il primo Rolex Oyster Perpetual Explorer in acciaio da 36 mm ref. 6350. Esso presenta un quadrante nero con lancette Mercedes, numeri arabi ai quarti e indice a freccia al 12, luminescenti. Incorpora un movimento automatico calibro A296.
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Facente parte della spedizione appena citata, anche un altro membro, Alfred Gregory, aveva al polso un orologio Rolex. Si trattava del Rolex Oyster Perpetual Precision, ref. 6098, denominata successivamente “Pre-Explorer”, in acciaio con secondi al centro e quadrante a “nido d’ape”.
L’attività del leggendario Edmund Percival Hillar non si interruppe dopo questa strabiliante impresa. Egli nel 1958 attraversò l’Antartide per raggiungere il Polo Sud, con indosso un Rolex Oyster Perpetual Certified Chronometer ref. 6084, regalatogli da Rolex India).
I NUOVI ROLEX EXPLORER
Oggi il modello Explorer è identificato dalle referenze di recente uscita 124273 e 124270.
La prima è caratterizzata dalla presenza dell’oro giallo unito all’acciaio Oystersteel, mentre la seconda è esclusivamente in acciaio Oystersteel. Entrambi presentano un quadrante di colore nero con indicazione dei numeri 3,6 e 9. Gli indici, i numeri e le lancette sono rivestiti di un materiale luminescente a emissioni di lunga durata di colore blu, per garantire la visibilità anche nelle ore più buie. Un elemento strutturale molto importante di queste nuove referenze è il ritorno della cassa alle dimensioni originarie di 36 mm.
ROLEX E L’AMBIENTE: Il National Geographic Explorers Festival
Nel 2017 Rolex ha anche sostenuto il National Geographic Explorers Festival un evento che raccoglie i maggiori scienziati, ambientalisti ed insegnati nel mondo per condividere i loro risultati e le loro scoperte. E’ infatti indispensabile che la loro passione contagi il maggior numero possibile di persone perché solo attraverso una cultura condivisa si potranno ottenere i risultati sperati.
ROLEX E L’AMBIENTE: Mission Blue di Sylvia Earle
Se si parla del legame tra Rolex e l’ambiente, non si può non citare il nome di Sylvia Earle, testimonial del marchio di Ginevra dal 1982. Essa è protagonista del progetto Mission Blue, nato nel 2010 con lo scopo di creare aree marine protette, definite Hope Spots (luoghi di speranza). La volontà è di proteggere questi luoghi dalle possibili minacce derivanti dalle attività umane, per salvaguardare gli ecosistemi oceanici che stanno diventando sempre più fragili. I risultati sono tangibili, infatti dal 2014 gli Hope Spots sono cresciuti da 50 a 130, grazie ad un movimento globale che mira alla protezione del 30% degli oceani entro il 2030.
SCOPRIAMO IL PROGETTO MISSION BLUE ATTRAVERSO GLI OBIETTIVI DI SYLVIA EARLE
Attraverso questa iniziativa la scienziata si è prefissata lo scopo di aumentare il numero di esplorazioni al fine di approfondire le conoscenze connesse al mondo subacqueo. Le spedizioni, attraverso le tecnologie di ultima generazione, svolgono attività di ricerca a di analisi da condividere con la comunità scientifica e con il grande pubblico. In questo modo Sylvia vuole cercare di raccogliere più sostegno e aiuto possibile per ampliare ancora il numero degli Hope Spots. L’oceanografa è assolutamente convinta che ognuno di noi possa contribuire a dare una mano al pianeta. E’ nostra responsabilità agire subito anche attraverso piccole azioni, a condizione che siano ripetute frequentemente nel corso del tempo. Rinunciare solo perché si pensa che da soli non si possa fare nulla non rappresenta una motivazione valida per non mobilitarsi.
Dagli anni ’80 Sylvia Earle è un’ammiratrice dell’Oyster Perpetual Lady-Datejust, da quando lo vide per la prima volta sul polso di una sua amica. Da decenni questo modello l’assiste nelle spedizioni promosse da Rolex alla scoperta dell’ambiente, dall’ Artide all’Antartide e in tutti gli oceani. Data l’eleganza e la raffinatezza del Lady-Datejust, la biologa di fama internazionale lo ha spesso indossato anche nelle occasioni formali. Tra queste spiccano gli incontri con personalità eminenti quali il presidente degli Stati Uniti, membri del Congresso e capi di Stato di tutto il mondo.
ROLEX OYSTER PERPETUAL LADY-DATEJUST
Proprio per essere indossato da un polso tendenzialmente più piccolo come quello femminile, il Rolex Lady-Datejust oggi presenta un diametro di appena 28 mm.
Nel 2021 sono state realizzate due nuove referenze davvero favolose, la 279458RBR in oro giallo e la 279459RBR in oro bianco.
L’aspetto è ulteriormente impreziosito dalla presenza di diamanti sul quadrante, lunetta e, in alcuni casi, sul bracciale. Il movimento di questo modello incorpora il calibro 2236, che grazie alla spirale Syloxi in silicio garantisce prestazioni cronometriche superlative. Insensibile ai campi magnetici, questa spirale vanta una grande stabilità rispetto agli sbalzi di temperatura. In caso di urto rimane fino a dieci volte più precisa di una spirale tradizionale.
ROLEX E L’AMBIENTE: Rolex Awards for Enterprise.
Il connubio tra la National Geographic Society e il marchio di Ginevra ritorna per il fatto che alcuni degli scienziati della Society sono anche membri della Giuria dei Rolex Awards for Enterprise. Questi sono stati promotori di progetti rivelatosi assolutamente vincenti, cominciati nel 1978 in occasione del 50° anniversario della nascita dell’iconico Rolex Oyster. I Rolex Awards sono un esempio di filantropia, con l’obiettivo di sostenere uomini e donne che hanno il coraggio di proporre idee e portare avanti iniziative per ampliare la conoscenza e il benessere dell’umanità.
Sono molteplici gli ambiti di intervento dei Rolex Awards, dalla nascita di nuovi modi di pensare ai problemi comuni nei settori più diversi, fino alle tecnologie per migliorare la vita quotidiana della gente e alla tutela degli ecosistemi a rischio. Date le criticità della situazione recente, attualmente si sta dando particolare attenzione alle ultime scoperte in campo scientifico e sanitario. L’ambizione del progetto e la convinzione con cui è stato portato avanti dalla maison ha permesso di coinvolgere ben 191 paesi, con 34000 candidature raccolte e 150 vincitori.
LA SCELTA DEI VINCITORI
I candidati, dopo aver superato una meticolosa fase di selezione preliminare, sono valutati da una Giuria indipendente costituita da esploratori, ricercatori, imprenditori e insegnanti provenienti da tutto il mondo. Ogni due anni la Giuria sceglie cinque nuovi vincitori che ricevono un cospicuo premio in denaro per finanziare i loro progetti, nonché un’ampia copertura mediatica. Quest’ultima riveste un ruolo importantissimo perché permette ai progetti di ottenere una grande visibilità, potendo così attrarre ulteriori investimenti e ispirare altre persone.
ROLEX E L’AMBIENTE: La rinascita della foresta di Laury Cullen Jr
Laury Cullen Jr è un ingegnere forestale brasiliano che mette la sua esperienza e le sue conoscenze a disposizione degli agricoltori per riparare ai danni causati alla foresta atlantica del Brasile. Egli sta contribuendo con il suo lavoro al sostentamento della popolazione locale e alla lotta al cambiamento climatico.
La foresta atlantica è un bioma della foresta tropicale che necessita di estrema attenzione. Dalla colonizzazione europea infatti ha subito un intensa e continua deforestazione, che ha causato una riduzione dell’80% dell’ estensione originaria. Quest’area è luogo di un’incredibile biodiversità e ospita diversi animali protetti quali ocelot, puma, tapiri, uccelli, pipistrelli e anfibi. Le specie menzionate, e molte altre, sono state danneggiate e ridotte notevolmente di numero a causa della devastazione del loro habitat naturale.
Laury Cullen Jr, quando negli anni ’90 si è trasferito a San Paolo, si è trovato quindi a contatto con una realtà particolarmente problematica. Egli capì immediatamente la necessità di agire per non perdere le ultime speranze di risollevare la situazione.
A trent’anni dal suo arrivo significativi risultati sono già stati raggiunti. Il merito è soprattutto degli agricoltori locali, le cui attività oggi sono connesse alla gestione degli alberi, della fauna selvatica, degli animali da latte e delle colture.
DREAM MAP
Il progetto Dream Map, fondato sulla ricerca scientifica, ha come obiettivo quello di ripristinare 60.000 ettari di foresta e la fauna che la popola collegando i frammenti isolati della vecchia foresta in modo che gli animali possano spostarsi in sicurezza. La necessità che sta alla base del Dream Map è quello di far convivere pacificamente uomini, animali e piante, col fine ultimo di salvaguardare l’ambiente.
Laury Cullen Jr ha vinto il premio Rolex Award for Enterprise nel 2004, attraverso un programma che ha coinvolto gli abitanti in un esteso progetto di riforestazione. Un aspetto fondamentale del programma era quello di cercare fonti di reddito alternative per gli agricoltori. Bisognava fare in modo che il loro sostentamento non dipendesse esclusivamente dal disboscamento.
A differenza del precedente concetto di “riserva” o “parco naturale”, il progetto riesce a rendere l’agricoltura parte integrante del programma di riforestazione. Questo permette alle persone che vivono e lavorano nel luogo di sentirsi pienamente parte del piano, perché possono perseguire obiettivi etici ed ambientali senza rinunciare al loro sostentamento. La fiducia reciproca è infatti fondamentale per portare avanti questo genere di iniziative, perché si basano proprio sul coinvolgimento e sull’atteggiamento positivo della collettività.
L’approccio dell’ingegnere brasiliano, è diventato un punto di riferimento per tutte le iniziative che mirano a favorire la coesistenza tra comunità e mondo naturale.
I RISULTATI DEL DREAM MAP
I risultati infatti sono concreti e sotto gli occhi di tutti. Dalla sua creazione, la Dream Map di Cullen ha permesso di ripristinare 2.000 ettari di foresta e piantare 4 milioni di alberi, generando 2 milioni di dollari per l’economia locale. A differenza di quanto avviene in altre regioni in cui il disboscamento persiste, la riforestazione contribuisce anche alla lotta mondiale al cambiamento climatico, assorbendo 800.000 tonnellate di anidride carbonica ogni anno.
ROLEX E L’AMBIENTE: Saving the giant of the Amazon di João Campos-Silva
L’impegno di Rolex verso l’ambiente e la foresta Amazzonica trova continuità nel progetto di João Campos-Silva, secondo cui la protezione di una singola specie di pesce potrebbe essere la chiave per migliorare il tenore di vita di moltissime persone.
La passione di João Campos-Silva per il mondo naturale ha origine quando aveva ancora solo dieci anni. Proprio in quel periodo infatti ricevette da sua madre un libro sulla biodiversità della foresta pluviale. Il suo interesse è stato anche favorito dal fatto che, all’incirca nello stesso periodo, il governo ha avuto una sorta di risveglio ecologico.
La specie a cui Campos-Silva guarda con particolare attenzione è l’arapaima, noto anche come pirarucu. Si tratta di pesci di acqua dolce, la cui lunghezza può toccare i tre metri, rendendoli i pesci squamati d’acqua dolce più grandi del mondo.
IL DISASTRO DELLA PESCA ESTENSIVA
La loro importanza deriva dal fatto che, per innumerevoli generazioni, sono stati l’alimento base delle comunità indigene che vivono lungo il fiume. I problemi sono sorti nel momento in cui la loro pesca è sfuggita al controllo, portando questi animali a rischio di estinzione e minacciando la sicurezza alimentare di lungo termine della regione.
Dedicandosi a questa iniziativa Campos-Silva vuole perseguire un duplice obiettivo: proteggere la biodiversità e il benessere delle persone.
Da quasi dieci anni João Campos-Silva si sposta lungo i 3000 chilometri del Juruá River, un affluente meridionale dell’Amazzonia, e collabora con ben 40 villaggi per compiere tutte le azioni necessarie a salvare l’arapaima.
João Campos-Silva con un esemplare di arapaima
Recentemente è stato insignito del prestigioso Rolex Award, questo gli permetterà di avere il sostegno necessario ad aumentare i suoi sforzi e a sviluppare una maggiore consapevolezza del pubblico riguardo il suo lavoro.
Sono già numerose le famiglie che stanno beneficiando di questa iniziativa, ma lo scopo di Campos-Silva non si ferma qui. Egli infatti ha una visione molto più ampia e vuole dimostrare concretamente che conservazione delle specie animali e sviluppo economico non devono necessariamente essere due forze contrapposte. Infatti, l’antica coesistenza tra le popolazioni amazzoniche e l’arapaima ci ricorda proprio come le società umane siano parte integrante della biodiversità, non qualcosa di distinto rispetto ad essa.
INTERVENTI LEGISLATIVI
L’ arapaima è quindi il simbolo di una nuova visione che mira ad allineare la conservazione della natura con quelli che sono i bisogni sociali umani.
L’ arapaima è stata a lungo considerata tra le catture più ambite della zona. Servito nei ristoranti stellati Michelin di Rio de Janeiro, il pesce gigante, che ha un sapore simile al merluzzo, è considerato una prelibatezza. Dal 1996 le autorità locali sono intervenute per mantenere il numero di esemplari a numeri sostenibili, imponendo per la prima volta un divieto generale alla pesca dell’arapaima. Il provvedimento vale per tutti tranne che per le comunità locali.
Purtroppo la legislazione non è riuscita a risolvere il problema, le comunità non avevano la consapevolezza necessaria ad adottare pratiche di pesca più sostenibile e la dipendenza economica da questa pratica era ancora troppo elevata. La popolazione dell’arapaima continuò quindi a decrescere a ritmi preoccupanti.
L’IMPORTANZA DELLA PESCA NEL MONDO
L’importanza della pesca non si limita ovviamente solo all’area dell’Amazzonia, ma riveste un ruolo di primo piano per il sostentamento alimentare di tantissime popolazioni in tutto il mondo.
La stessa Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) afferma che il 69% delle zone ittiche sono sovra sfruttate e i 7% sono addirittura totalmente esaurite.
Secondo Tony Long, CEO della Global Fishing Watch, è fondamentale lavorare per promuovere un controllo efficace delle risorse marine e combattere per eliminare la pesca illegale. Questa pratica comporta perdite comprese tra i 10 e i 20 miliardi ogni anno. Nonostante le evidenti difficoltà, Long è fiducioso e sostiene la possibilità di promuovere una pesca sostenibile in tutto il mondo, consapevole che se ben gestiti gli stock ittici si riprendono rapidamente.
LA RINASCITA DEGLI ARAPAIMA
La stessa fiducia ha contraddistinto João Campos-Silva all’inizio del suo percorso, quando dovette superare lo scoglio del consenso delle comunità indigene, dipendenti dall’ arapaima e principali responsabili della sua diminuzione.
Il lavoro di Campos-Silva si è reso meno difficoltoso nel momento in cui i pescatori hanno dovuto affrontare diversi anni consecutivi di lavoro senza nessun risultato, tornando a casa la sera con le reti vuote.
Era necessario trovare delle soluzioni ed è proprio in questo contesto che il biologo ha saputo agire in maniera corretta. Egli si è impegnato assiduamente per ottenere la fiducia delle popolazioni locali. I risultati infatti sono arrivati velocemente, con il numero degli arapaima che è cresciuta addirittura del 400%. Il successo ottenuto ha infuso notevole coraggio nelle persone che hanno contribuito al progetto.
MIGLIORI OPPORTUNITA’ PER I GIOVANI
La piano di ripopolamento è andato ben oltre il solo soddisfacimento dei bisogni alimentari. I proventi della pesca hanno permesso di costruire anche scuole, i centri sanitari e altri servizi sociali. Tutto ciò ha permesso a molti giovani di lasciare il villaggio per cercare le migliori opportunità in Brasile o in altre parti del mondo. Di conseguenza c’è stata una riduzione della popolazione indigena, che ha reso più facile la convivenza dei villaggi in una situazione di limitatezza delle risorse.
RIDEFINIRE L’AMBIENTALISMO MODERNO
Secondo João Campos-Silva, per aumentare il raggio di azione di iniziative volte alla tutela dell’ambiente, è necessario correggere la narrativa convenzionale sull’ambientalismo moderno.
“Il paradigma di conservazione è spesso immerso in scenari di oscurità e sventura”, queste sono le sue parole.
E’ quindi di fondamentale importanza, dal suo punto di vista, promuovere e diffondere storie ed iniziative positive. L’ottimismo e la speranza sono due fattori fondamentali per il successo delle battaglie che hanno come obiettivo la costruzione di un mondo migliore.
IL CONTRIBUTO DI ROLEX E’ STATO FONDAMENTALE
João Campos-Silva riconosce il fatto che Rolex, con il suo sostegno all’ambiente, stia contribuendo notevolmente ad estendere l’impatto del progetto in Amazzonia. In particolare, grazie ai premi del Rolex Awards for Enterprise, è possibile amplificare gli sforzi spesso sottovalutati ma indispensabili per proteggere il pianeta. La visibilità data dal marchio ha contribuito fortemente ad aumentare la credibilità del suo lavoro. Ha ampliato gli orizzonti del progetto attraverso la creazione di aree protette e ha permesso di consolidare i progetti nella regione.
Infine, Campos-Silva vuole evidenziare il fatto che sia necessaria un’azione collettiva. Tutti possiamo aiutare consumando prodotti provenienti dal commercio equo e solidale, coltivati o creati in modo responsabile. Anche te, nel ruolo di lettore, puoi contribuire condividendo questo articolo per far conoscere a più persone possibile questa iniziativa di successo e per sensibilizzare sul ruolo determinante che l’Amazzonia ricopre per l’intero pianeta.
ROLEX E L’AMBIENTE: Un’eredità amazzonica di José Márcio Ayres
Anche José Márcio Ayres, come Laury Cullen Jr e João Campos-Silva, ha dedicato la sua vita alla salvaguardia della foresta amazzonica e delle popolazioni indigene che vivono in essa. Egli rappresenta l’ennesimo aiuto dato da Rolex verso chi si occupa della tutela ambientale.
Márcio Ayres opera nella zona di Mamirauá che, nonostante potesse godere dello status di zona protetta, è stata oggetto di deforestazione illegale e pesca intensiva. Proprio per questo motivo, nel lontano 1996 José Márcio Ayres, di origini brasiliane ed esperto ecologo forestale, ha deciso di combattere in prima linea fondando una “riserva per uno sviluppo sostenibile” di 2.600 km².
IL SOSTEGNO ALLE COMUNITA’
L’impegno di Márcio Ayres si è protratto fino al 2003, anno in cui è avvenuta la sua morte, attraverso l’introduzione di metodi di tutela della natura che incoraggiassero le popolazioni amazzoniche a restare nelle loro terre, anziché partire per cercare lavoro nelle grandi città brasiliane. Gli venne insegnato a guadagnarsi da vivere mediante la gestione delle risorse naturali, all’ecoturismo e ad altri progetti. Per merito dei suoi grandi risultati, l’ecologo brasiliano ha ricevuto l’ambito premio dalla giuria del Rolex Awards, fatto che gli ha permesso di estendere il suo raggio di azione all’adiacente Riserva di Amanã. L’unione tra la riserva di Mamirauá e quella appena nominata di Amanã gli ha permesso di creare il corridoio ecologico di foresta tropicale più grande al mondo. Un grande traguardo che testimonia il legame tra Rolex e l’ambiente.
In seguito alla sua morte, avvenuta a soli 49 anni, un team dedicato ha continuato a mantenere vivo il suo sogno. Esso continua ad intrattenere relazioni con gli abitanti locali per riuscire a preservare efficacemente il prezioso ambiente naturale della foresta amazzonica.
IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA
I risultati convincenti ottenuti dal progetto hanno fatto sì che il modello su cui è stato strutturato venisse preso come riferimento da altre nove riserve sparse in tutto il mondo, tra cui Argentina, Guyana, Tanzania e Africa Orientale.
Per comprendere pienamente quanto sia stato importante l’impatto di questa iniziativa promossa da Rolex per l’ambiente del territorio dell’amazzonia, riportiamo alcuni dati piuttosto significativi:
- Il già citato corridoio ecologico ha un’estensione di ben 57.000 km, protetto continuamente in tutta la sua lunghezza dal team che ha raccolto l’eredità di Ayres.
- A testimonianza del grande contributo che il progetto è riuscito ad ottenere dalla popolazione locale, sono 12.500 gli abitanti delle due riserve che stanno contribuendo attivamente alla preservazione dell’eccezionale habitat naturale della foresta tropicale.
- Lo studio e il monitoraggio frequente di un’area così vasta e diversificata richiede l’azione di molti esperti. Sono infatti 150 i ricercatori che risiedono a Mamirauá e che si occupano di studiare la biodiversità della riserva.
LA SALVAGUARDIA DELLE FORESTE E’ IL PROPOSITO CHE ACCOMUNA ROLEX E SPAZIO 21
Consapevole dell’importanza ricoperta dalle foreste, e più in generale da tutti gli ambienti naturali, Spazio 21 ha instaurato una collaborazione con LifeGate. La società da più di 20 anni opera per promuovere una cultura sostenibile e diffondere nuovi modelli di business e di consumo per persone e aziende.
LE POPOLAZIONI DELLE FORESTE
E’ stato stimato che tra le 200 e le 350 milioni di persone vivono all’interno o in prossimità di aree boschive.
La sopravvivenza di queste popolazioni dipende fortemente dalla tutela della fauna e flora locale. Le attività legate alla gestione delle foreste sono moltissime e ricoprono diversi ambiti. Per le comunità indigene sono fondamentali tutte quelle legate alla produzione e all’utilizzo di legname, senza dimenticare il settore dei servizi culturali connessi alla ricreazione, turismo e salute. Le foreste sono poi chiaramente una delle principali fonti di biodiversità e hanno un ruolo primario nel mantenere stabili i delicati equilibri climatici.
LA GIORNATA DELLA TERRA CI SPIEGA L’IMPORTANZA DELLE FORESTE
LifeGate non si ferma mai ed è sempre al passo con l’attualità, proprio per questo vuole promuovere una riflessione in occasione della Giornata della Terra 2021, che si celebra il 22 Aprile.
Questa occasione particolare esorta tutti noi ad agire per il ripristino degli ecosistemi messi in pericolo dall’uomo. Lo stesso proposito è al centro delle politiche che l’ONU vuole sostenere per il prossimo decennio.
LE AREE DI RISCHIO
I problemi individuati e su cui è necessario intervenire sin da subito esplicitano due grandi aree di rischio:
- Il degrado del suolo dovuto all’erosione all’inquinamento e al depauperamento delle sue risorse. Alcuni dati sono molto preoccupanti, già oggi circa il 20 per cento della superficie vegetale del pianeta mostra un calo di produttività. Entro il 2050, se non si interverrà prontamente, le rese agricole crolleranno in media del 10 per cento.
- La deforestazione che negli ultimi 15 anni è stata causa della scomparsa di circa 43 milioni di ettari. Solamente nel 2020 è andata distrutta un’area di foreste tropicali primarie umide grande quanto l’Olanda. L’ultimo anno è stato drammatico soprattutto per il Brasile e per la sua tanto maltrattata foresta tropicale, che ha perso 1,7 milioni di ettari, il 25 per cento in più rispetto all’anno precedente.
La devastazione della foresta amazzonica
Questi due fenomeni da soli hanno un impatto negativo sul benessere di circa 3,2 miliardi di persone nel mondo. Essi compromettono i servizi ecosistemici, causando una perdita pari a 9 mila miliardi, ossia il 10 per cento del Pil globale e tutto ciò è destinato a peggiorare a causa dei cambiamenti climatici già in corso.
RIPRISTINO DEGLI ECOSISTEMI
Il ripristino degli ecosistemi rappresenta una missione che può assumere prospettive differenti a seconda del territorio interessato:
- I terreni agricoli sono stati impoveriti nel tempo da monocolture intensive, sfruttamento eccessivo delle aree a pascolo, fertilizzanti e pesticidi, contaminazione da nitrati, rimozione degli alberi. Il ripristino passa quindi attraverso l’uso di fertilizzanti e antiparassitari naturali, la rotazione delle colture, l’introduzione di una maggiore biodiversità agricola, la possibilità di far pascolare il bestiame dopo il raccolto.
- Le torbiere, nome con cui si indicano i terreni acquitrinosi, rivestono un ruolo fondamentale per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Esse ricoprono il 3 per cento delle terre emerse ma contribuiscono al 30 per cento della CO2 assorbita dal suolo.
- Il ripristino dell’ecosistema montano è necessario per aumentare la copertura forestale, salvaguardare i corsi d’acqua e progettare le infrastrutture (come strade e dighe). Il tutto deve essere fatto rispettando gli equilibri dell’habitat e mettendolo in sicurezza da valanghe, slavine e inondazioni.
LE INIZIATIVE DELL’ONU
Sono numerose le iniziative intraprese dall’ONU per il ripristino degli ecosistemi, tra le principali ricordiamo il progetto Grande muraglia verde, il cui obiettivo è di fermare l’avanzata del Sahara e contribuire alla sicurezza alimentare e al benessere economico della popolazione del Sahel.
Al 2010 risale invece il Canopy project, un piano di riforestazione attuato su quattro continenti.
Di più recente attuazione è l’iniziativa Bonn Challenge, con la quale il governo tedesco e l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) hanno intrapreso una sfida ambiziosa: ripristinare 150 milioni di ettari degradati e deforestati entro il 2020, arrivando a 350 milioni entro il 2030.
Abbiamo citato solo alcune dei progetti sviluppati al fine di salvaguardare gli ecosistemi del nostro pianeta, molti altri sono già in atto e saranno portati avanti nel prossimo futuro. Anche noi di Spazio 21 lottiamo per la rinascita degli ecosistemi, per questo abbiamo deciso di sostenere il progetto Foreste in Piedi
IL PROGETTO FORESTE IN PIEDI PROMOSSO DA LIFEGATE E SOSTENUTO DA SPAZIO 21
Sono diverse le iniziative portate avanti da LifeGate connesse alle aree forestali.
Le principali sono: i Giardini Terapeutici, iniziativa che coinvolge aziende, ospedali scuole o altri enti pubblici con l’obiettivo di realizzare al loro interno giardini specifici per la cura di determinate patologie. Queste posso andare da disturbi comuni come ansia, depressione, disturbi dell’attenzione, fino a casistiche più specifiche quali Alzhaimer e autismo.
Il progetto Km Verde, che si prefigge l’obiettivo di riqualificare l’area del Naviglio Grande di Milano grazie all’aiuto del Consorzio est Ticino Villoresi, attraverso la sostituzione delle piante rubate o danneggiate.
Infine, l’iniziativa Foreste in Piedi, il programma sostenuto direttamente da Spazio 21. Dal 2012 LifeGate collabora con la onlus italiana ICEI e quella brasiliana AVIVE, per la tutela e la protezione di 560 ettari di foresta amazzonica. Il progetto interessa un’ estesa area verde che il Brasile ha dato in concessione a 27 famiglie della comunità di San Paolo.
I PUNTI IN COMUNE TRA I PROGETTI DI ROLEX E LIFEGATE VERSO L’AMBIENTE
Vi sono numerosi punti in comune tra il programma portato avanti da Rolex insieme a Laury Cullen Jr, João Campos-Silva, José Márcio Ayres e l’iniziativa di LifeGate. In primis la località, infatti tutte sono concentrate nell’area forestale del Brasile. Questa non a caso è definita il “polmone del pianeta” e tutti gli scienziati sono concordi nel considerarla un punto di primaria importanza strategica per la sopravvivenza dell’ecosistema di tutto il pianeta.
Anche il progetto di LifeGate elabora un piano di mappatura e monitoraggio in linea con il Dream Map. Vigilare costantemente sulle attività che si svolgono nella foresta è necessario per garantire l’integrità della stessa che, nonostante le leggi, è continuamente soggetta a pericoli.
Come per i progetti sostenuti da Rolex, la collaborazione con le persone riveste un ruolo di primaria importanza per la buona riuscita dell’iniziativa Foreste in Piedi. Risulta infatti indispensabile svolgere un’attività di sensibilizzazione ed educazione ambientale. E’ necessario che le comunità di San Pedro e quelle vicine si sentano completamente coinvolte nel progetto.
LE ESIGENZE ECONOMICHE DELLE COMUNITA’
Gli uomini e le donne facenti parte del programma vivono di pesca, agricoltura e sono dipendenti dalle risorse naturali per generare il reddito necessario al loro sostentamento. Queste condizioni di partenza sono condivise tra tutti i progetti e, anche in questo caso, risulta fondamentale tenere conto di quelle che sono le esigenze economiche delle persone.
A tal proposito, a ciascuna famiglia sono stati concessi 50 ettari di terreno, di cui il 20% può essere destinato ad attività agricole e di utilizzo produttivo delle risorse, il restante 80% invece è costituito da foreste che devono rimanere inviolate. Le comunità hanno la responsabilità di tutelarla e proteggerla da qualsiasi possibile rischio.
UNISCITI A NOI NELLA DIFESA DEL PIANETA
Siamo giunti alle conclusioni di questo articolo che ci ha permesso di conoscere l’importanza che Rolex e Spazio 21 rivestono per l’ambiente e per i progetti dedicati alla sua difesa. Come è stato detto più volte da chi ogni giorno combatte per il nostro pianeta, è importante diffondere una cultura che si fondi sulla sostenibilità e sul rispetto della natura. Noi di Spazio 21 stiamo già agendo in questo senso e speriamo che anche tu ci dia una mano in questa virtuosa battaglia.
Ti invitiamo quindi a partecipare al progetto Foreste in Piedi e contribuire a salvare 400 mq di foresta amazzonica per un anno.
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